Qualche problema di
traduzione
Un
problema particolare è stata la traduzione delle parole enfance
e enfant che Lamartine usa con predilezione e attribuendo loro una estensione
temporale ben oltre i venti anni di età. Ho dovuto riservare alle età
specifiche i termini infanzia, bambino/i/a/e e
tradurre negli altri casi con adolescenza o giovinezza, adolescente,
giovane, perdendo l'alone sentimentale e nostalgico che i termini
enfant, enfance emanano nel testo
lamartiniano.
A
Lamartine è stata rimproverata spesso la trascuratezza della scrittura, sia in
versi che in prosa. Ma è stato anche osservato che quelli che sembrano errori
di grammatica, di sintassi o di prosodia possono essere spesso considerati
‘scarti’ innovativi. Si è anche insistito, per la prosa, sulla lunghezza
eccessiva delle frasi, paratattiche o piene di subordinate alla maniera latina,
che si snodano come a 'ondate successive'. Questa metafora, così pertinente
all'immaginario di Lamartine, definisce bene la sua volontà di raccogliere
nella frase lo sviluppo delle immagini e del pensiero e aderire al movimento
interiore. Volendo conservare alla scrittura la sua spontaneità nativa,
raramente Lamartine si volge indietro per correggere. Tuttavia i suoi manoscritti
recano tracce di correzioni di sua mano, che tendono a regolarizzare il flusso
della scrittura e talvolta spezzano con qualche segno di interpunzione le
frasi. Traducendo mi capita di fare lo stesso, proprio come avrebbe fatto lo
scrittore rileggendosi. Comunque raramente ho spezzato le frasi, per non
perderne il caratteristico flusso. Ma poiché in italiano la loro lunghezza
risulterebbe fastidiosamente accresciuta da una traduzione troppo aderente al
francese, ho talvolta alleggerito i pleonasmi, le ripetizioni, il ricorrere di
preposizioni non necessarie al senso, ed evitato quando era possibile
l'accumulo di pronomi relativi, oltre che, ovviamente, di possessivi e
dimostrativi. Ho in certi casi semplificato leggermente il testo ed eliminato
qualche incongruenza, pur resistendo alla tentazione di razionalizzare e
correggere. Ho insomma cercato di rispettare il più possibile la complessità
della frase e soprattutto di rimanere fedele alle sue corrispondenze interne,
al disegno delle immagini e agli ‘scarti’ espressivi di una scrittura che a
tratti si fa poema in prosa.
Ivanna
Rosi